Tfr in busta paga: le imprese sono contrarie

  • 07/10/2014

  • C’è il no di Confindustria alla proposta del Governo di inserire in busta paga una parte del trattamento di fine rapporto (Tfr). E’ il leader degli industriali a spiegare i motivi alla base della posizione di Confindustria Giorgio Squinzi: “Solo il fisco avrebbe dei benefici da questa operazione e non è possibile tollerale qualsiasi altra cosa che possa nuocere ancora alle imprese”.
    Il numero uno di Confindustria continua: “Al momento l’unica cosa chiara è che le novità su Tfr farebbero sparire 10-12 miliardi per le piccole imprese, con l’effetto di mettere in crisi la liquidità aziendale, l’Inps e i Fondi pensione. L’ipotesi del Tfr è ancora al vaglio del governo che vuole procedere soltanto se la riforma non peserà in maniera eccessiva sulle casse dello stato: “Andremo avanti – dice il ministro Poletti – solo se ci saranno le condizioni necessarie, altrimenti non se ne farà niente”.
    Intanto Squinzi entra anche nel dibattito sull’articolo 18: “Occorre affrontare la questione nella sua globalità – le sue parole – e non limitarci a parlare dell’articolo 18. La proposta di riforma del governo su contratto a tempo indeterminato e flessibilità in entrata potrà funzionare solo se fatta insieme alla riforma di ammortizzatori sociali, dei servizi per l’impiego e di formazione e orientamento”.

    Scritto da Bruno De Santis.

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