Scuola, 36 ore settimanali: il dietrofront di Reggi

  • 08/07/2014
  • Arriva il dietrofront del sottosegretario alla Pubblica Istruzione Roberto Reggi: dopo le dichiarazioni in cui aveva prospettato l'apertura delle scuole fino alle 22 di sera con l'orario di lavoro degli insegnanti che avrebbe dovuto arrivare a 36 ore settimanali, arriva la marcia indietro. Reggi ha, infatti, parlato durante un convegno del Partito Democratico affermando: “Ho detto una stupidaggine. E' vero che non bisogna temere i cambiamenti e che vogliamo modificare la scuola, adeguandola ai tempi, però quello delle 36 ore è da intendersi soltanto come limite massimo per ogni insegnate, non è certo un obbligo”.

    Nei piani del governo, resta quindi la possibilità di lavorare 36 ore settimanali con l'aumento dell'orario di apertura delle scuole, ma soltanto per chi ha intenzione di farlo. Per quanto riguarda invece l'aspetto economico, con l'affidamento ai dirigenti scolastici del compito di decidere quali docenti premiare economicamente, Reggi spiega: “Occorre ridare dignità ai professori. Mi rendo perfettamente conto che la scuola e la missione educativa affidata ai docenti, è delicata e sensibile. Per questo la valutazione non potrà che essere un risultato che deriva da molti elementi”.

    Sempre il sottosegretario in un altro intervento ha chiaro anche la tempistica delle novità: "Il 15 luglio ci sarà un testo scritto, da presentare a Matteo Renzi e poi programmare la consultazione. Poi arriverà legge delega, che consentirà di avere tempo sufficiente per raccogliere le integrazioni provenienti dal basso”.

    Scritto da Bruno De Santis.

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