PMI, 700 milioni per l’occupazione giovanile e non solo

  • 26/03/2014
  • La Banca europea per gli investimenti (BEI) e il gruppo UniCredit hanno messo a punto tre accordi per finanziamenti destinati alle piccole e medie imprese italiane: in totale saranno messi a disposizione 700 milioni di euro da divedere in tre aree di intervento (PMI, occupazione giovanile, calamità naturali).

    Per quanto riguarda i finanziamenti per l’occupazione giovanile, questi rientrano nel programma Jobs for Youth, attivato dalla BEI: è a disposizione una linea di credito di 200 milioni presso UniCREdit per PMI, Mid Cap e Startup innovative per favorire nuova occupazione per i giovani tra i 15 e i 29 anni.

    Possono beneficiare dei prestiti le Pmi (fino a 250 dipendenti) e le Mid-Cap (fino a 3000 dipendenti) che rispondano a uno dei seguenti requisiti: hanno assunto almeno un lavoratore (tre per le Mid-Cap) di età compresa fra i 15 ed i 29 anni nei sei mesi precedenti la domanda di prestito o lo assumeranno nei sei mesi successivi; offrono programmi di formazione professionale per i giovani, o stage/programmi di formazione per i giovani; hanno stipulato un accordo di cooperazione con un istituto tecnico o scuola o università per impiegare giovani (per esempio durante stage estivi); presentano un assetto proprietario in cui la maggioranza del capitale (oltre il 50%) è detenuto da giovani sotto i 29 anni.

    Per quanto riguarda le PMI italiane sono messi a disposizione 400 milioni di euro per favorire gli investimenti per interventi come: l’acquisto, la costruzione, l’ampliamento e la ristrutturazione di fabbricati; l’acquisto di impianti, attrezzature, automezzi o macchinari; le spese, gli oneri accessori e le immobilizzazioni immateriali collegate ai progetti, incluse le spese di ricerca, sviluppo e innovazione; la necessità permanente di capitale circolante legata all’attività operativa.

    Infine, l’accordo prevede il finanziamento di investimenti effettuati sempre da Pmi e Mid Cap per la ricostruzione di infrastrutture nei settori dell’industria, del turismo e dell’agricoltura in regioni colpite da disastri naturali.

    Scritto da Bruno De Santis. 

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