Lavoro, meno posti con la tecnologia?

  • 29/08/2014
  • Da sempre la tecnologia non è stata vista di buon occhio dai lavoratori perché spesso ha portato a una riduzione dei posti di lavoro: nel periodo attuale con la disoccupazione alle stelle e il largo utilizzo delle tecnologie il problema diventa molto pressante. Ecco allora che Jeremy Bowles ha condotto uno studio per analizzare proprio l’impatto delle nuove tecnologie sui lavori tradizionali in Europa: la ricerca è partita da uno studio americano nel quale sono stati mappati 702 lavori ed è stato evidenziato come il 47% dei posti Usa subirà ripercussioni per l’automazione. In particolare ci saranno effetti negativi su lavori per i quali è richiesta una bassa qualifica.
    In Europa invece, lo studio di Bowles ha mostrato come i paesi nordici (Olanda, Belgio, Germania, Francia, Gran Bretagna, Irlanda e Svezia) siano quelli con il livello di ‘rischio tecnologico’ più simile a quella americano, mentre i paesi più periferici saranno maggiormente toccati dalla computerizzazione: ad esempio in Italia le ripercussioni riguarderanno il 56% dei posti di lavoro, in Spagna il 55%, in Portogallo il 59%, mentre se la cavano abbastanza bene Germania (51%), Francia (49,5%) e Gran Bretagna (47%).

    Scritto da Bruno De Santis.

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