Lavoro, le aziende vogliono l’abolizione dell’articolo 18

  • 22/09/2014
  • Non basta il contratto a tutele crescenti ideato dal governo Renzi: la maggioranza delle aziende italiane vuole l’abolizione dell’articolo 18. E’ quanto emerge da una rivelazione dell'Osservatorio permanente sulla riforma del mercato del lavoro, promossa da Gi Group Academy, fondazione di Gi Group: la maggior parte delle imprese dice no all’articolo 18 anche dopo i tre anni previsti dal nuovo contratto a tempo indeterminato varato dall’esecutivo. In particolare, il 42,5% degli intervistati, ha affermato di essere favorevole ha un contratto che non preveda l’articolo 18 neanche dopo i tre anni e nel quale è inserita la possibilità di corrispondere al lavoratore licenziato un’indennità economica e un sostegno al ricollocamento nel mercato del lavoro. Inoltre il 32,6% ha affermato che non esiste la necessità del contratto a tutele crescenti, mentre si sono schierati a favore del contratto a tutele crescenti così come formulato dal Governo il 24,9% degli intervistati.
    Maggioranza ancora più ampia (71,8%) sostiene la necessità di riscrivere lo Stato dei Lavoratori per adeguarlo al nuovo contesto storico-economico-sociale; soltanto il 10,3% ritiene che vada bene così com’è, mentre un 17,9% lo modificherebbe soltanto per quanto riguarda mansioni, controllo a distanza e costituzione delle rappresentanze sindacali aziendali.

    Scritto da Bruno De Santis.

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