Lavoro femminile

  • 06/08/2013


  • A cura di Dani Noris



    Il contributo della storica Yvonne Pesenti per capire il lungo processo dell'emancipazione femminile e della conquista del diritto al lavoro


    D: La donna che decide di lavorare, che ha una famiglia a carico, che ha dei figli, come ha vissuto durante la storia e come vive adesso questo rapporto nei due ambiti'
    R: Per quanto riguarda il lavoro femminile, la situazione attuale è per molti aspetti diversa da quella di epoche precedenti; la condizione della donna, e quindi di riflesso della donna inserita nel processo lavorativo, è infatti radicalmente cambiata a partire dagli anni '70. Nei decenni precedenti, e cioè nel lungo periodo che va dalla fine dell'Ottocento fino alla seconda guerra mondiale e comunque fino agli anni '60, il ruolo del lavoro professionale o comunque extra-domestico nel contesto di vita delle donne era diverso, come diversamente era valutata la presenza femminile nel mondo lavorativo . Fino a qualche decennio fa, il lavoro non era un elemento fondante dell'identità femminile, non era insomma un elemento centrale nell'esistenza di una donna - e questo valeva anche per le donne che avevano una formazione o avevano appreso una professione. Le biografie e i percorsi femminili erano abbastanza strutturati e in un certo senso piuttosto omogenei. C'era la fase di apprendimento di una professione (in molti casi la formazione professionale non era ritenuta necessaria, o era considerata un inutile dispendio di mezzi, trattandosi di una donna, proprio perché, in quanto tale, non sarebbe stata chiamata a mantenere una famiglia). Le donne delle classi meno abbienti lavoravano fuori casa per necessità, mentre le donne delle classi superiori o della classe media abbandonavano l'attività professionale al momento del matrimonio, o al più tardi alla nascita del primo figlio. Ricordo a questo proposito che negli anni '30 le maestre delle scuole elementari non potevano più insegnare se sposate: si riteneva infatti che una maestra coniugata costituisse un elemento di concorrenza sleale nei confronti dei colleghi maschi! E' una curiosità della quale magari non ci si ricorda (il divieto di insegnare dopo il matrimonio è stato tolto solo negli anni '60), ma che indica bene che collocazione avessero il lavoro femminile e la professione in una biografia femminile. Le donne che si dedicavano alle professioni che richiedevano una formazione o un'istruzione maggiore, e penso alle prime donne avvocato o architetto, di solito, a parte alcune eccezioni, optavano per il nubilato. La donna sceglieva (o era costretta a scegliere, come nel caso delle insegnanti) fra la professione e la famiglia. Le donne delle classi povere molto spesso, le operaie di fabbrica per fare un esempio, erano invece costrette a lavorare per motivi economici; però questo veniva vissuto come dalla società e dalla donna stessa come una situazione contraria alla vera natura femminile, non idonea, negativa, alla quale bisognava porre rimedio. L'abbandono dell'attività professionale era perciò considerato in modo positivo, alla stregua di un miglioramento.

    A partire dagli anni '70-'80, il ruolo femminile è, come si sa, radicalmente cambiato. È aumentato enormemente l'accesso all'istruzione per le donne, la formazione professionale è diventata un valore, il matrimonio ha cessato di essere l'unico o il massimo traguardo per una persona di sesso femminile. A questo punto però, e lo si può constatare ancora adesso, è esplosa una grande contraddizione.
    Infatti oggi le donne attribuiscono alla professione il valore e la considerazione che merita: il lavoro professionale è diventato centrale, permette lo sviluppo della personalità, permette di avere anche una vita autonoma, di non dipendere finanziariamente dal partner. Tuttavia, e da qui la contraddizione, non è cambiata, nonostante questi grandissimi e profondi mutamenti degli ultimi 15-20 anni, la distribuzione o ridistribuzione tra i due sessi del lavoro non retribuito, vale a dire il lavoro di cura.
    Il lavoro di cura è una definizione, una speci 9 àÐé 7 ti di lavoro alla Bentleynese " 9°íé 7 0Ýé 7 Y i sè davanti al selezionatore (RESPONSABILE DEL PERSONALE)LUES AY f dal Fisco, tremano i contribuentiREGOLE(A Ýé 7 àà ''ettoA( à dal Fisco, tremano i contribuentiAecon)ALavoro femminileanti al0)¨ Û Àk PERSONALE)ne,nY0Ðe i sè davanti al selezionatore (RESPONSABILE DEL PERSONALE)UES pY( Û æ -08-02 16:13:00','Multe Equitali0 ¨ Û h+ê 7 ata sono nulleIp8h e lavoro, la formula dei campi internazionaliatII T battere il pessimismo nell\'ambito lavorativotiXIø Û ø Û ('3','2013-08-05 11:52:0 Û 1 XNTO i24_notizie (n_stato,n_dataInserimento,n_dataPubblicazione,n_titolo,n_descrizione,n_foto,n_operatoreID,n_libero,n_titoloS,n_descrizioneS) VALUES ('3','2013-08-05 12:16:00','2013-08-05 12:16:00','I segreti per trovare lavoro nel 2013 'Comunicare con più di 140 caratteri'i9 1 NTO i24_notizie (n_stato,n_dataInserimento,n_dataPubblicazione,n_titolo,n_descrizione,n_foto,n_operatoreID,n_libero,n_titoloS,n_descrizioneS) VALUES ('3','2013-08-05 12:16:00','2013-08-05 12:16:00','I segreti per trovare lavoro nel 2013 'Comunicare con più di 140 caratteri'',' super99 @éé 7 si intende per lavoro autonomoI9 Q emminile: l'Italia pecca nell'emancipazionen_ti0Iøf h+ê 7 ('3',''')mentaA0(f i assunzione donne e over 50 2013potenz A0l 0l è5 nserimento,n_dataPubblicazione,n_titolo,n_descrizione,n_foto,n_operatoreID,n_libero,n_titoloS,n_descrizioneS) VALUES ('3','2013-08-06 12:25:00','2013-08-06 12:25:00','Il lavoro occasionale','Collaborazione occasionale
    Il contratto di lavoro occasionale, introdotto dalla 'Legge Biagi', non è un contratto di lavoro subordinato, ma un'attività autonoma prestata occasionalmente al servizio di uno o più datori di lavoro.

    La riforma Biagi distingue due tipi di lavoro occasionale: il lavoro occasionale 'ordinario' ed il lavoro occasionale 'accessorio'.

    Il lavoro occasionale
    Le prestazioni occasionali 'ordinarie' sono collaborazioni lavorative autonome che non possono superare, nello stesso anno, la durata di 30 giorni e i 5.000 euro di compensi percepiti per la totalità dei committenti; se vengono superati questi limiti di durata e di retribuzione, il contratto di lavoro occasionale decade e si applicano le norme previste per il contratto a progetto.

    Il contratto di lavoro occasionale può essere utilizzato per qualsiasi tipo di lavoro e non ci sono limitazioni per quanto riguarda l'oggetto della prestazione lavorativa.

    Non è necessaria l'apertura di una partita IVA e nemmeno l'iscrizione ad un albo professionale: è sufficiente che il collaboratore presenti al datore di lavoro una ricevuta per prestazione occasionale. Il datore di lavoro verserà , per conto del collaboratore occasionale, una ritenuta d'acconto sul compenso pari al 20%.

    Inoltre, l'iscrizione alla Gestione Separata INPS dei collaboratori è obbligatoria soltanto per redditi imponibili superiori a 5.000 euro: i collaboratori occasionali, quindi, sono esentati dall'obbligo di versare i contributi.

    Ci sono però alcuni soggetti esclusi, che non possono cioè prestare attività di lavoro occasionale: i dipendenti pubblici, coloro che sono iscritti ad albi che esercitano professioni intellettuali, coloro che appartengono a commissioni e ad organi di amministrazione, chi lavora presso enti sportivi legalmente riconosciuti come il CONI.

    Scarica un modello di prestazione occasionale: Formato DOC / Formato RTF

    Il lavoro occasionale accessorio
    Il lavoro occasionale accessorio è stato introdotto per promuovere la legalizzazione di tutte quelle attività lavorative che generalmente non vengono regolarizzate perché svolte in modo saltuario e che fanno parte del 'lavoro nero'.

    Tali attività sono:

    piccoli lavori domestici a carattere straordinario, come l'assistenza a bambini, anziani, ammalati o soggetti con handicap;
    l'insegnamento privato supplementare;
    i piccoli lavori di giardinaggio e manutenzione di edifici;
    la collaborazione a manifestazioni culturali, sociali o sportive;
    la collaborazione con associazioni di volontariato ed enti pubblici per l'esecuzione di lavori di solidarietà o di emergenza (ad esempio, in caso di calamità naturali).Queste sono le uniche attività alle quali può essere applicato il lavoro occasionale accessorio; al di fuori di esse si dovrà ricorrere ad un altro tipo di contratto.

    Il datore di lavoro può essere un cittadino privato, un imprenditore, un ente senza scopo di lucro come ad esempio un'associazione di volontariato o una cooperativa, oppure un ente pubblico.

    Esiste un limite economico all'utilizzo del lavoro occasionale accessorio: i compensi percepiti dal lavoratore da parte di tutti i committenti non possono infatti superare i 5.000 euro annui.

    Se il committente è un imprenditore commerciale o un professionista, il compenso percepito non può superare i 2.000 euro per ogni singolo committente.

    Il lavoro occasionale accessorio è organizzato in maniera del tutto innovativa: innanzitutto, chi ha intenzione di fornire prestazioni di lavoro accessorio deve comunicarlo al Servizio per l'Impiego competente nella zona o alle Agenzie per il Lavoro accreditate; gli verrà consegnata una tessera magnetica da cui risulta la sua disponibilità lavorativa.

    A sua volta, il privato o l'ente che ha intenzione di assumere lavoratori con questo tipo di contratto, acquisterà presso le rivendite autorizzate (di solito presso l'Inps) i cosiddetti 'buoni lavoro', che valgono 10,00 euro l'uno, che consegnerà al lavoratore come retribuz\0\0\0 \0\0\0\09\0\0\0\0\0\0\0 \0\0\0\0\0\0à à é\Z7 \0\0ti di lavoro alla Bentley\0nese \" \0\0\0\0\0\0\09\0\0\0\0\0\0\0°à é\Z7 \0\00à é\Z7 \0\0Y\0\0\0\0\0\0\0 \0\0\0\0\0\0\0  \0\0\0\0i sè davanti al selezionatore (RESPONSABILE DEL PERSONALE)\0LUES A\0\0\0\0\0\0\0Y\0\0\0\0\0\0\0 f \0\0\0\0dal Fisco, tremano i contribuenti\0REGOLE(\0\0\0\0\0\0\0A\0\0\0\0\0\0\0 à é\Z7 \0\0à à \0\0\0\0\'\0\'\0ettoA\0\0\0\0\0\0\0(\0\0\0\0\0\0\0 à \0\0\0\0dal Fisco, tremano i contribuenti\0A\0econY\0\0\0\0\0\0\0A\0\0\0\0\0\0\0(g \0\0\0\0i sà ¨ davanti al selezionatore (RESPONSABILE DEL PERSONALE)\0ne,nY\0\0\0\0\0\0\0Y\0\0\0\0\0\0\0à ','',0,0,'','')iØ © Ø Ø ØG OMANDA
    E\' possibile presentare domanda solo in modalità telematica attraverso il sito http://pianolavoro.regione.puglia.it ' sezione 'Ritorno al Futuro 2013' nelle modalità indicate dal bando

    La procedura telematica resterà attiva fino alle ore 14.00 del 20 settembre 2013.

    Per ricevere assistenza sull'uso della proceduH ! h h è Û isposizione le FAQ e un documento che illustra l'Iter Procedurale; inoltre è attivo il servizio di Supporto Tecnico.
    donne è Û economico caratterizzati da un'accentuata disparità occupazionale di genere e prive di un impiego regolarmente retribuià ¡ Ð Ð P eve necessariamente essere attestato dal centro per l'impiego. Per rientrare nella categoria 'prive di un impiego regolarmente retribuito'

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