Aumentano i contratti a tempo indeterminato in Italia: gli ultimi dati dell’Osservatorio sul precariato resi noti dall’Inps mostrano una situazione in miglioramento per quel che riguarda la stabilità dei rapporti di lavoro. Ovviamente non mancano le differenze tra le varie Regioni con il Nord che supera la media Nazionale e le regioni del Sud che continuano ad arrancare. Entrando nel dettaglio dei dati, la media nazionale dei contratti a tempo indeterminato è del 34,4%, ma ci sono Regioni che superano abbondantemente questa percentuale: il primato va al Friuli Venezia Giulia con +82%, a seguire troviamo Umbria, Piemonte e Marche, rispettivamente con una crescita del 59,6%, del 54,4% e del 52,85. La top five è chiusa dall’Emilia Romagna che supera di poco il 50% (50,1%). Risultati superiori alla media anche per Trentino-Alto-Adige (+48,7%), Veneto (+47,8%), Liguria (+46,0%), Lazio (+41,1%), Lombardia (+39,0%), Basilicata (+35,9%), Sardegna (+35,4%) e Toscana (+34,9%).
Venendo alle note dolenti, ecco le Regioni più penalizzate, quelle dove la crescita del numero di contratti a tempo indeterminato è stata più limitata: fanalino di coda è la Sicilia con il 10,8%, a seguire troviamo la Puglia con il 15,8% e poi la Calabria con il 17,1%.
REDAZIONE GIORNALISTICA IMPIEGO24.IT
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