Lavoro di notte: ecco cosa provoca al cervello

  • 07/11/2014
  • Lavorare di notte o comunque in orari strani, fa invecchiare più velocemente: è la conclusione cui arriva uno studio pubblicato sul giornale Occupational and Environmental Medicine. La ricerca ha analizzato l’effetto sul cervello di orari di lavoro che alterano il naturale ritmo sonno/veglia: i ricercatori hanno sottoposto circa tremila volontari a test di memoria, velocità di pensiero e abilità cognitive. I risultati mostrano come chi ha lavorato di notte per più di dieci anni ha facoltà cognitive paragonabili a una persona più vecchia di sei anni e mezzo. L’indagine ha anche evidenziato che terminare tali attività notturne porta a un miglioramento, con il riallineamento che avviene nell’arco di cinque anni.
    Questo studio ribadisce quanto già affermato da precedenti ricerche: ad esempio uno studio canadese-norvegese pubblicato nel 2012 su un campione molto ampio (oltre due milioni di persone) ha evidenziato un aumento del rischio di infarto e di eventi coronarici per le persone sottoposte a turni di lavoro. Mentre nel 2007 l’International Agency for Research on Cancer definì il lavoro notturno come un possibile agente cancerogeno. Ma cosa fare allora per chi è costretto a lavorare su turni notturni? Occorre aumentare i controlli medici e fare attenzione ai primi sintomi patologici.

    REDAZIONE GIORNALISTICA IMPIEGO.EU
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