Da padre a figlio: crescono in Italia i figli che fanno lo stesso impiego del padre, soprattutto per quanto riguarda le classi meno abbienti e anche quelle medie. Così, secondo un’elaborazione fatta dal Centro studi di Confindustria e riferita al 2012, in Italia un figlio di operaio tra i 30 e i 50 anni avrà il 61,7% di possibilità di essere a sua volta operaio: venti anni fa, nel 1993, tale percentuale era del 50,5%. Diminuiscono, invece, le possibilità di diventare impiegato (-3,3%) e dirigente (passata dall’1,3% allo 0,8%).
Stessa tendenza anche per la classe media: la mobilità dei figli di impiegati verso occupazioni migliori diminuisce (-8,2% per carriere direttive, -3% libera professione), mentre cresce del 9% quella di diventare operaio e del 4,2% quella di restare impiegato. Appena il 3,7% riesce a diventare dirigente.
Non cambia molto invece per le occupazioni più elevate: aumenta il numero di figli che riesce ad ottenere lo stesso impiego del padre (oltre 10 punti percentuale in più per occupazioni dirigenziali, +3,8% per i liberi professionisti).
REDAZIONE GIORNALISTICA IMPIEGO.EU
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