Lavorare in Australia, cinque cose da sapere

  • 07/03/2014
  • Da più parti si dice che lavorare in Australia è impresa facile: in realtà le cose non stanno davvero così o meglio esistono alcune affermazioni che poi non trovano riscontro nella vita reale.  Andiamo ad analizzarle: in primo luogo è bene sapere che non conviene partire senza conoscere l’inglese.  Non è vero che l’inglese si può imparare direttamente in Australia: lì al massimo lo si potrà perfezionare, ma per trasferirsi nel paese dei canguri è necessario avere una conoscenza almeno discreta dell’inglese.

    In molti sono convinti di poter entrare in Australia con il Working Holiday Visa e poi ottenere un visto più ampio, ma le cose non stanno così: il Working Holiday Visa non permette di essere impiegati per più di sei mesi dallo stesso datore di lavoro e inoltre spesso apre la porta per lavori poco qualificati. Inoltre non è facile ottenere il rinnovo del Working Holiday Visa: per riuscirci occorre dimostrare di aver lavorato per 88 giorni in ‘outback’, cioè in aziende agricole, miniere, costruzioni o nel settore ittico. Proprio per questo tra il 2011 e il 2012 soltanto il 20% di giovani italiani è riuscito a rinnovare il WHV.

    Altro mito da sfatare per lavorare in Australia è la possibilità di entrare con un visto turistico e poi una volta arrivati nel paese vedere il da farsi: in realtà, con il visto turistico non si può lavorare, ma si ha soltanto la possibilità di trovare lavoro ed è poi necessario un datore di lavoro disposto a sponsorizzare un visto.

    Infine non lasciatevi andare con la fantasia e ad aspettative molto elevate: sono tanti gli italiani che sono riusciti a trovare impiego soltanto in bar, ristoranti o piccoli esercizi a conduzione familiare, spesso sono precari e anche sotto pagati.

    Scritto da Bruno De Santis. 

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