Italia, povera e precaria

  • 02/01/2014
  • Italia povera e precaria: questo il quadro che emerge dal Rapporto sulla coesione sociale 2013 redatto da Istat, Inps e ministero del Lavoro. I dati presenti nel rapporto mostrano un aumento delle famiglie in condizione di povertà relativa che toccano il 12,7% (+1,6 punti percentuali sul 2011) mentre le persone in tali condizioni salgono al 15,8% (+2,2 punti). Si tratta dei valori più alti dal 1997, anno di inizio della serie storica.  La povertà assoluta colpisce invece il 6,8% delle famiglie e l'8% degli individui.  I poveri in senso assoluto sono raddoppiati dal 2005 e triplicati nelle regioni del Nord (dal 2,5% al 6,4%).

    Non salgono invece gli stipendi: la retribuzione netta mensile è stata di 1.304 euro per lavoratori italiani  (appena 4 euro in più rispetto al 2011) e di 968 euro per gli stranieri (addirittura in calo di 18 euro).  Diminuisce anche l'occupazione: nel 2012 gli occupati erano 22 milioni 899mila, 69mila in meno rispetto al 2011, con il tasso di occupazione in calo di due punti rispetto al 2008. La diminuzione più significativa riguarda  la fascia di età 15-24 anni: dal 2008 si è perso il 5,8%. Crescono gli occupati a tempo determinato (2 milioni e 375 mila) e parti-time (3 milioni 906 mila). Aumenta il tasso di disoccupazione che tocca il 10,7% (+2,3% rispetto al 2011) con oltre il 35% di giovani senza lavoro.Scritto da Bruno De Santis. 

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