Il Lavoro è un gioco da ragazzi!

  • 10/10/2013
  • Il lavoro non è un gioco...o forse sì' Il dubbio nasce leggendo le parole di Adam Penenberg, professore di giornalismo alla New York University, secondo cui il gaming è sempre più presente all'interno delle aziende per la sua capacità di attivare i neurotrasmettitori della dopamina e quindi coinvolgere e stimolare i dipendenti.
    Penenberg è convinto che in futuro si avranno tre micro-tendenze: alcuni dipendenti svolgeranno il proprio lavoro tramite simulatori; ci saranno sempre più giochi sulla falsa riga di 'Galaxy Zoo' nella convinzione che quando milioni persone lavorano alla soluzione di un problema c'è la possibilità di fare scoperte interessanti; infine, il gaming coinvolgerà sempre più persone e per questo diventerà uno strumento fondamentale per i vertici di un'azienda.
    A sostegno della prima tendenza Penenberg porta i nuovi strumenti della medicina, con le operazioni molto spesse condotte con assistenza video e l'aiuto di un robot: ecco allora che in futuro tutti potrebbero lavorare da casa con i rispettivi atavar destinati ad interagire tra di loro. La seconda invece è una tendenza già in atto come dimostra Whale Fm che coinvolge le persone nell'identificare i suoni delle orche o Ancient Lives che propone di identificare i frammenti di testo dell'antico egizio. A dare valore alla terza tendenza c'è la previsione dell'istituto di ricerca Gartner secondo cui entro il prossimo anno circa 1400 organizzazioni multinazionali affideranno ad applicazioni di gioco il miglioramento di produttività, marketing e training.
    Scritto da Bruno de Santis

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