Il business delle fattorie didattiche

  • 31/07/2013
  • Le fattorie didattiche e le city farm (letteralmente fattorie urbane) sono parti integranti di aziende agricole o agriturismi, che mettono a disposizione del pubblico ampi spazi attrezzati, dotandosi di personale altamente qualificato e formato e di tutte le autorizzazioni necessarie allo svolgimento delle attività proposte. In realtà, una sottile ma fondamentale differenza vede le city farm come strutture realizzate ad hoc (di solito sostenute da enti o associazioni no profit) alle periferie delle città, mentre le fattorie didattiche come realtà preesistenti adattate e valorizzate nella loro portata sociale ed educativa. In ogni caso, rappresentano luoghi interessanti e istruttivi non solo per bambini e ragazzi ma anche per coloro che li accompagnano nonché per studenti e turisti appassionati.
    Le origini.
    Le fattorie didattiche, intese come progetto educativo, nascono nei Paesi scandinavi alla fine del XX secolo. Negli anni Settanta arrivano in Gran Bretagna e negli anni Novanta cominciano a diffondersi in Italia. Da singole unità dislocate alle periferie urbane, iniziano ad organizzarsi in vere e proprie realtà consapevoli, grazie alla guida dell'associazione Alimos che da più di vent'anni si occupa di tutela del territorio, cultura alimentare e biodiversità.
    Ma è nell'ultimo decennio che le fattorie didattiche vedono affermare il proprio successo, complici i ritmi sempre più frenetici e stressanti della vita odierna e il bisogno di un ritorno alle origini.
    Il fenomeno si sviluppa dapprima in Emilia Romagna, per poi diffondersi in tutto il territorio italiano e negli ultimi anni soprattutto al sud, dove sta diventando attività trainante di un settore in costante crescita. Ad oggi, le fattorie didattiche in Italia sono più di 2000. Non solo la necessità di un ritorno alla campagna e alla natura, dovuta anche all'austerity imposta dalla crisi economica, ma vere e proprie unità produttive che diventano business e si promuovono in perfetta ottica di marketing.
    Importanza e obiettivi.
    La società odierna impone ritmi di lavoro veloci, spostamenti rapidi, ottimizzazione dei tempi a disposizione e organizzazione perfetta delle giornate, programmate possibilmente con largo anticipo. Inoltre, soprattutto i piccoli delle ultime generazioni, sono nati e cresciuti al centro di metropoli e agglomerati urbani e non hanno alcuna idea di animale che non sia uno domestico.
    Assorbiti dalla città e da oggetti e giochi dalle tecnologie più avanzate, una volta arrivati in questi luoghi, bambini e adulti hanno la possibilità di riscoprire il contatto con la terra, con gli animali, con la natura, di immergersi nel verde, adattarsi ai ritmi più lenti e vivibili della campagna, osservare da vicino l'allevamento degli animali e la coltivazione dei vegetali.
    Genitori, insegnanti ed educatori sono tutti d'accordo nel sostenere l'utilità di queste realtà, valorizzandone la portata educativa e i principi ispiratori.
    Da molti anni vengono regolarmente organizzati eventi a tema e iniziative volte a valorizzare la riscoperta del mondo rurale, l'agricoltura e l'origine dei prodotti ortofrutticoli, la sana alimentazione e i benefici della vita all'aria aperta, diffondendo soprattutto attraverso le scuole i valori della tutela dell'ambiente, del rispetto per gli animali e della necessità di produzioni eco-sostenibili.
    Attività e percorsi.
    Le attività educative e i laboratori creativi e manuali proposti in una fattoria didattica sono innumerevoli. E molto coinvolgenti.
    Seguiti da personale competente ed educatori, si passa dall'osservazione della raccolta del latte fino alla sua trasformazione in formaggio, alla produzione del vino e dell'olio, dalla raccolta del grano alla panificazione (impastando in prima persona farina, acqua e lievito), dal ciclo dell'uovo fino alla produzione di miele.
    Si impara a curare l'orto, studiando le caratteristiche del terreno e la giusta semina per ogni tipo di ortaggio e si distinguono i vari tipi di alberi da frutto, associandoli alla relativa stagione e riconoscendo quelli tipici di 9 àÐé 7 ti di lavoro alla Bentleynese " 9 Û 0Ýé 7 Y uai in vista: fornitore cinese \"usa manodopera minorile\"LUES AY f dal Fisco, tremano i contribuentiREGOLE(A Û àà ''ettoA( à dal Fisco, tremano i contribuentiAecon AÐf Ðf è Û nserimento,n_dataPubblicazione,n_titolo,n_descrizione,n_foto,n_operatoreID,n_libero,n_titoloS,n_descrizioneS) VALUES ('3','2013-07-31 14:58:00','2013-07-31 14:58:00','1000 posti di lavoro alla Bentley','Dal 2016 la Bentley britannica produrrà un nuovo modello di Suv. Tale eccellenza per la categoria dei Suv sarà prodotta nello storico stabilimento Bentley di Crewe nel Cheshire, attivo dal lontano 1946.

    Questo progetto è stato annunciato direttamente in presenza del premier britannico, David Cameron e ha come obbiettivo la creazione del più costoso Suv al mondo, da produrre proprio nello stabilimento di Crewe. C'è da dire, che la creazione di questo mostro da strada, avverrà in collaborazione con la casa automobilistica Volkswagen. Infatti la tedesca Volkswagen dal 1998 controlla e collabora con la britannica Bentley.
    Per tale ambizioso progetto saranno assunti 1000 nuovi addetti e saranno investiti nei prossimi tre anni oltre 900 milioni di euro. Lo stesso amministratore delegato del gruppo tedesco, Martin Winterkorn, afferma 'Il gruppo Volkswagen ritiene che la Gran Bretagna sia una location competitiva. Con Bentley faremo questo nuovo Suv, una Bentley potente, sportiva, esclusiva e di successo'.','',0,0,'','')mentaA (f dal Fisco, tremano i contribuentipotenzi AINSERT INTO i24_notizie (n_stato,n_dataInserimento,n_dataPubblicazione,n_titolo,n_descrizione,n_foto,n_operatoreID,n_libero,n_titoloS,n_descrizioneS) VALUES ('3','201

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