Decreto Lavoro: dubbi e perplessità permangono, anche per il Ceo di Gi-Group Colli-Lanzi

  • 23/07/2013
  • Il Decreto Lavoro approvato in questi giorni spinge alla riflessione su alcuni temi apicali e induce a diverse considerazioni. Anche il Ceo di Gi Group Colli-Lanzi delinea la propria posizione e sostiene che il provvedimento ha sicuramente degli aspetti positivi da sottolineare ma anche molte questioni fondamentali che sono rimaste in ombra. Tra gli aspetti da ritenere sicuramente positivi c'è l'attenzione rivolta all'emergenza della disoccupazione giovanile. Il Governo mira a stabilizzare la situazione occupazionale dei giovani under 29 e stanzia, per il raggiungimento di tale obiettivo, circa 800 milioni di euro. Altro punto da sottolineare è che le disposizioni della riforma Fornero sono state mantenute e pertanto rimane costante l'impegno a contrastare quelle forme di flessibilità cosiddette spurie, come ad esempio contratti a progetto e partite iva, che in realtà si tramutano in precariato. Merita maggiore chiarezza invece la disciplina riguardante i contratti a termine. Una forma occupazionale da valutare negativamente nel momento in cui si tramuta in un susseguirsi di assunzioni temporanee che non fanno che precarizzare i diretti interessati e di sicuro non favoriscono un andamento del mercato del lavoro stabile e produttivo. Colli-Lanzi è fermamente convinto che la vera flessibilità, sicura e garantita, possa essere assicurata solo dalle Agenzie del Lavoro, ago della bilancia tra le esigenze di sicurezza e stabilità dei lavoratori, da una parte, e di flessibilità richiesta dalle aziende in questo delicato momento, dall'altra. Anche la definizione di politiche più marcatamente attive meriterebbe maggiore attenzione. L'impressione generale infatti è che si agisca più che altro 'per reazione' ai diversi problemi strutturali che da tempo affliggono il Paese ma che poco si faccia ancora per delineare e promuovere azioni dirette di risoluzione delle difficoltà e soprattutto proiettate nel futuro, per una crescita reale del mercato del lavoro.

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