Colloquio di lavoro, nove miti da sfatare

  • 25/11/2013
  • Il colloquio di lavoro è una situazione che si porta dietro alcuni 'miti', alcuni veri, altri che non trovano riscontro nella realtà: in questo articolo presenteremo proprio nuovi luoghi comuni sui colloqui di lavoro.
    Il primo è sulla preparazione degli esaminatori: non è affatto vero che sono preparati, anzi sono oberati di lavoro e hanno fretta. Altro mito da sfatare: le domande sono preparate. Niente di più falso: se la prima domanda è quasi sempre 'raccontami qualcosa di te', le altre nascono dal colloquio.
    Altro mito: occorre accettare ciò che ci viene offerto (ad esempio di caffè). In realtà è meglio rifiutare e rimanere concentrati sul colloquio. Non sempre inoltre è utile presentarsi con referenze o altri materiali: è un cosa valida soltanto per alcuni mestieri. Attenzione poi a ricercare la risposta perfetta: non esiste e spesso gli esaminatori danno più importanza alla forma che al contenuto. Sesto mito da sfatare: occorre dare risposte brevissime. Nulla di vero: certo non bisogna esagerare e parlare per molto tempo, ma neanche cadere nell'eccesso opposto ed essere avari di dettagli. Purtroppo poi non è vero che le capacità contano più dell'aspetto fisico: molte ricerche testimoniano come la 'bella presenza' è importante per avere successo nella ricerca di lavoro. Ultimi due miti da sfatare sui colloqui di lavoro: con la domanda 'dove ti vedi tra cinque anni' non si vuole valutare l'ambizione del candidato, ma il suo entusiasmo; vengono assunti sempre i più qualificati: non è vero, anche altre caratteristiche, come la simpatia e la capacità di integrarsi nel gruppo, contano.

    Scritto da Bruno De Santis.

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