Civico10: considerazioni sulla Riforma del Lavoro

  • 18/07/2013
  • [c.s.] Ciò che era stato annunciato da mesi come una riforma complessiva del mercato del lavoro, in realtà è un intervento stralcio su una materia, quella del lavoro, che andrebbe trattata in maniera complessiva. Un intervento che, tra l'altro, si muove nel solco tracciato dalle politiche d'incentivazione di questi anni, che si sono dimostrate non capaci di generare un aumento dell'occupazione ma molto utili per le imprese, che hanno potuto scaricare buona parte del costo del lavoro sulla Cassa per gli Ammortizzatori Sociali. La cosiddetta 'legge sugli incentivi per l'occupazione', recentemente elaborata dalla Segreteria di Belluzzi, continua infatti sulle tre direttrici di questi anni: 1. riduzione massiccia del costo del lavoro per le imprese che assumano disoccupati in mobilità, spostando parte del carico sui fondi pubblici; 2. possibilità di avere incentivi, pur se minori, anche in presenza di assunzioni a tempo determinato, di fatto facilitando un massiccio turnover di lavoratori, in buona parte finanziato dallo Stato, senza che si possano aprire prospettive di occupazione stabile per i disoccupati o di vero investimento nella formazione di risorse umane; 3. sgravi contributivi e abbattimenti retributivi vari per i lavoratori che non godano di ammortizzatori sociali, che oramai si ritroveranno a lavorare a stipendi decisamente ridotti anche qui senza vincoli di assunzione stabile. Sono un esempio del primo e del secondo errore gli articoli 6, in particolare nel suo comma 5, gli articoli 7, 8 e 9 della proposta: in questi, si concedono alle imprese varie possibilità di assumere lavoratori in mobilità, in disoccupazione o appartenenti a categorie 'deboli', talvolta pagando una parte minima dei costi salariali (col resto a carico dello Stato), talvolta usufruendo di sgravi contributivi, talvolta entrambi: ma spesso senza vincoli di assunzione definitiva (come nel già citato art.6 comma 5) ed in taluni casi senza obbligo di restituzione degli incentivi usufruiti. Sono un esempio del terzo errore il già citato articolo 9 e soprattutto gli articoli 2, 3 e 4 dedicati all'apprendistato: le imprese potranno assumere giovani da formare o lavoratori 'deboli' pagando loro un salario ridotto, anche di tanto, e se non li assumeranno a tempo indeterminato dovranno restituire solo gli sgravi contributivi, avendo goduto comunque degli abbattimenti salariali. Di fatto si smentisce la finalità dell'apprendistato, che dovrebbe essere quella di 'investire' sul lavoratore in vista di una occupazione stabile. La legge, infine, indebolisce gli ammortizzatori sociali oggi esistenti, riducendo l'importo della mobilità e soprattutto eliminando tre indennità previste dall'attuale legge sugli ammortizzatori sociali, quella di primo impiego, di reinserimento ed il salario di cittadinanza (pur nella versione depotenziata oggi esistente). Tre ammortizzatori destinati a categorie 'deboli' di lavoratori che invece, secondo noi, andavano potenziati e migliorati per renderli davvero fruibili. Non è questa secondo noi la strada da seguire. Così non si incentiva l'occupazione e l'investimento nelle risorse umane, ma solo lo spostamento del costo del lavoro sulle casse pubbliche. Anche noi crediamo che in questa fase le imprese vadano aiutate ad incrementare l'occupazione. Ma non certo in questo modo. La nostra proposta è diversa. Occorre prevedere incentivi contributivi e salariali crescenti al crescere del periodo di occupazione, ed incentivazioni fiscali specifiche mirate a quelle imprese che investano sull'occupazione stabile di sammarinesi e residenti, sulla loro formazione e sulla loro crescita professionale. Chi assume a tempo determinato può avere incentivi che crescono (e non che si riducono) con l'aumentare del periodo lavorato; chi assume a tempo indeterminato deve avere incentivi notevolmente superiori; chi non licenzia e non fa turnover continuo di lavoratori a spese dello Stato deve essere premiato con ulteriori incentivi, anche fiscali. Cosi forse riusciremo a far si che gli incentivi vengano davvero usati per l'investimento sui lavoratori 8kN dilagante dell'occupazione giovanile continua a mietere vittime soprattutto tra i 'dottori' di casa nostra. Dall'ultimo rapporto pubblicato da Excelsior - Unioncamere relativamente alle previsioni di assunzioni lavorative dell'ultimo trimestre, aprile ' giugno 2013, risulta diminuita proprio la quota di laureati che hanno trovato un impiego. Al contrario, su questo tanto ambito titolo di studio, sembra vincere a mani basse il diploma, a quanto pare molto più spendibile nel mondo del lavoro. NTO i24_notizie (n_stato,n_dataInserimento,n_dataPubblicazione,n_titolo,n_descrizione,n_foto,n_operatoreID,n_libero,n_titoloS,n_descrizioneS) VALUES ('3','2013-07-18 13:04:00','2013-07-18 13:04:00','LAUREATI CHE NON LAVORANO, NON à UNA NOVITà ',' 7 L dilagante dell'occupazione giovanile continua a mietere vittime soprattutto tra i 'dottori' di casa nostra. Dal

Informativa
Noi utilizziamo cookie o altri strumenti per finalità tecniche e, previo il tuo consenso, anche cookie o altri strumenti di tracciamento, anche di terze parti, per altre finalità (“interazioni e funzionalità semplici”, “miglioramento dell'esperienza”, “misurazione” e “targeting e pubblicità”) come specificato nella cookie policy.

Per quanto riguarda la pubblicità, noi e terze parti selezionate, potremmo trattare dati personali come i tuoi dati di utilizzo, per le seguenti finalità pubblicitarie: annunci e contenuti personalizzati, valutazione degli annunci e del contenuto.

Per selezionare in modo analitico soltanto alcune finalità è possibile cliccare su “Personalizza”.

Chiudendo questo banner tramite l’apposito comando “Continua senza accettare” continuerai la navigazione del sito in assenza di cookie o altri strumenti di tracciamento diversi da quelli tecnici.